Perona Elsa Anna nacque a Borgo San Dalmazzo il 9 aprile 1924. Era figlia di Perona Luigi, che fu Sindaco di Borgo San Dalmazzo immediatamente dopo la Liberazione della Città dai Nazifascisti, dall’anno 1945 all’anno 1946.
Luigi, artigiano, gestiva assieme alla moglie Varetto Maria, un laboratorio artigianale in Borgo San Dalmazzo, alla cui conduzione, contribuivano Elsa e la sorella Emma.
Luigi, di idee socialiste, considerava suo maestro il Partigiano Borgarino Giovanni Barale, e nutriva verso di lui profonda stima ed amicizia. Dopo la barbara uccisione di quest’ultimo e del Figlio Spartaco ad opera delle truppe tedesche, venne costituita la 177° Banda Partigiana Garibaldi “Barale” operante nei territori del Monte Bisalta, della quale faranno parte Neno Peano (futuro marito di Elsa) e Callisto Giovanni, l’ultimo dei testimoni dei quei fatti.
Il padre Luigi maturò quindi una profonda convinzione antifascista e partecipò alle riunioni clandestine, divenendo amico e compagno di Sebastiano Forneris, Comandante Partigiano e, successivamente per lunghi anni, Amministratore della Città.
Elsa visse in questo contesto ostile al regime e divenne anch’essa convinta antifascista. Frequentò a Cuneo l’Istituto tecnico “Bonelli”, dove si diplomò in ragioneria nel 1943. In quegli anni fu amica e compagna di classe di Ilvo Vivanti, Ebreo espulso dalla Scuola per effetto delle leggi razziali, da essa aiutato nello studio tanto da consentirgli di conseguire il diploma in qualità di privatista. Ilvo entrò a far parte della formazione partigiana “Italia Libera” con Duccio Galimberti ed il 23 aprile 1944, all’età di 19 anni, venne fucilato con altri suoi compagni partigiani a San Rocco Castagnaretta.
Quando il futuro marito di Elsa, Nano Peano, fu rilasciato dal carcere di Cuneo (ove venne trasferito dalla Castiglia di Saluzzo), Elsa decise di “buttarsi” in prima persona, divenendo instancabile staffetta partigiana. Svolse numerosi compiti delicati e ad alto rischio di vita, che le vennero assegnati in casa, dove alloggiarono, si nascosero ed organizzarono le attività innumerevoli Partigiani antifascisti.
Percorse, in bicicletta, le strade delle valli Stura, Grana e Boves, come staffetta di collegamento tra le varie formazioni partigiane, contribuendo fattivamente alla lotta per la Liberazione dell’Italia e per l’affermazione della Democrazia e della Repubblica costituzionale.